
Il trekking vuol far conoscere e riscoprire il sentiero che per secoli ha unito i nostri territori con Collelongo e Villavallelonga. Il percorso, oltre ad essere utilizzato per la transumanza estiva, era la via di scambio di merci tra la nostra comunità e la vallelonga: le rispettive popolazioni arrivavano al valico della guardiola che era il punto di posa di metà strada dove avveniva lo scambio delle merci (fichi,uva,olio in cambio di legna, cereali patate). Oltre al fattore economico il sentiero aveva anche un’ importantissima funzione sociale, infatti attraverso di esso le popolazioni si conoscevano, nascevano amori e amicizie… insomma, la montagna era viva ed univa. Il sentiero (E) parte da San Vincenzo Valle Roveto Vecchio (m.565) ed attraverso un territorio di notevole interesse storico-paesaggistico-ambientale giunge fino a 1000 m, continua fino al Rifugio La Fossa, dove ci sarà una breve sosta per una merenda, per poi terminare a San Giovanni Vecchio per il pranzo presso il negozio di prossimità della Cooperativa. La lunghezza totale è di circa 9 km e il tempo di percorrenza è di circa 4 ore.
Il monastero fino alla metà del Settecento consisteva semplicemente in una caverna naturale adibita a luogo di culto situata sul monte Sant’Angelo, detto di Malanotte, oltre il vallone di Sant’Angelo, una gola del versante occidentale della Serra Lunga[6]. Dal 1750 al 1800 venne edificato il piano terra del refettorio-ospizio e nel 1879 l’edicola dedicata alla Madonna Addolorata grazie al contributo di un gruppo di fedeli di Luco dei Marsi.
Il castello di Balsorano fu eretto, sulle fondamenta di un’altra antica struttura militare risalente ai Conti dei Marsi e posta in comunicazione visiva con il castello-recinto di Morrea e la torre di Roccavivi, da Antonio Todeschini Piccolomini, nipote di Papa Pio II e genero di Ferdinando I di Napoli, intorno all’anno 1460. Successivamente Antonio assunse il controllo della baronia balsoranese. In seguito conobbe vari passaggi di signoria feudale, gli stessi della baronia di Balsorano, tra cui Carlo Lefevbre primo conte di Balsorano[3], fino alla famiglia Fiastri Zannelli che lo ha trasformato in albergo-ristorante. Negli anni trenta sono stati eseguiti dei restauri per via dei gravi danni causati dal terremoto della Marsica del 1915; conserva tuttavia diversi elementi architettonici originari.